Un tweet spiega cosa si intende per Stigma verso l'obesità

Obesità

A cura del Dr. Daniele Di Pauli, P.e.S.O (Pregiudizio e Stigma verso l'Obesità)


L’obesity week in New Orleans ha avuto come ospiti due nomi importati nella ricerca e studio dell’obesità, la dr.ssa Sadaf Farooqi neuroscienziata dell’università di Cambridge e Kelly Brownell uno dei massimi esperti di obesità e promotore e autore di numerosi studi sullo stigma verso questa condizione cronica.
Un tweet da parte di un medico specializzato nella cura delle persone con obesità ha fatto scalpore in quanto rivolgendosi ai due relatori scrive: I nostri esperti di obesità. Siamo in buone mani.
Il sarcastico “siamo in buone mani” fa riferimento al peso dei due studiosi come se questo li rendesse meno capaci e credibili.
Questo tweet è una sintesi di una delle più grandi bugie che ruotano attorno all’obesità e cioè che sia causata da scarsa forza di volontà e quindi vista come un fallimento personale.
L’obesità è una condizione complessa causata da fattori ambientali, genetici, biologici, psicologici e culturali.
Il tweet del medico è uno dei tanti esempi di quello che viene definito stigma verso l’obesità.
Uno stigma che nasce dall’idea che il peso sia sotto il controllo e che se sei in una condizione di obesità è colpa tua.
Atteggiamenti negativi verso l’obesità e chi ne è affetto sono presenti negli adulti ma anche nei bambini già a partire dai tre anni e sono espressi da famigliari, amici, datori di lavoro, insegnanti e perfino nei professionisti della salute (anche in quelli specializzati nel trattamento dell’obesità).
A causa del peso le persone possono essere penalizzate in domini importanti della vita come lavoro, istruzione, assistenza sanitaria, tempo libero e relazioni interpersonali e aumentare la vulnerabilità a difficoltà psicologiche, comportamenti alimentari disfunzionali e rifiuto di chiedere un aiuto professionale.
Giudicare inadatta una persona basandosi solo sul peso è un pregiudizio e bisogna combattere l’obesità e non le persone affette da questa condizione.

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Studi hanno dimostrato che le persone con obesità sono spesso oggetto di atteggiamenti discriminatori e stigmatizzanti dovuti al loro eccesso di peso. 
È noto ormai che le esperienze stigmatizzanti nei confronti del peso e della forma del corpo aumentano il rischio di sviluppare stati depressivi, ansia, scarsa autostima e danneggiano il benessere psicologico delle persone che ne sono affette.
Questi soggetti mostrano la tendenza ad interiorizzare lo stigma nei loro confronti e a peggiorare le loro condizioni di salute perché adottano con più frequenza comportamenti non salutari trascurando se stessi per non essere oggetto di critiche.

Una corretta informazione ha un impatto determinante nel consentire una maggiore comprensione di questo importante e diffuso problema di salute. 
A tal proposito l’AIDAP, Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso, ha messo a punto le "Linee Guida per descrivere le persone affette da Obesità nei mezzi di comunicazione di massa" con lo scopo di fornire informazioni accurate sul problema dell’obesità e sull'utilizzo di un linguaggio che possa aiutare a ridurre il pregiudizio sociale nei confronti dell’obesità, migliorando, indirettamente, la qualità della vita delle numerose persone che ne sono affette. 

SISDCA

La SISDCA è una società scientifica no-profit a componente multidisciplinare: medici di differenti specializzazioni,  psicologi, dietisti, infermieri, tecnici della riabilitazione, educatori sanitari ed operatori della nutrizione.

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