Il 18 maggio 2013 è uscita la quinta edizione del Dsm (American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, DSM-5, 5th edition. American Psychiatric Publishing, Arlington, VA, 2013).
Per quanto riguarda i disturbi dell’alimentazione, il Dsm-5 ha proposto una nuova classificazione e ha modificato alcuni dei precedenti criteri diagnostici. Perché? Per due motivi: seguendo i criteri Dsm-IV, più della metà dei pazienti in cura rientravano nella diagnosi "disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato", che avrebbe dovuto essere una categoria residua; inoltre, le persone con questa diagnosi non presentavano un livello di gravità significativamente diverso rispetto a quelle con diagnosi piena di anoressia o di bulimia. Quindi, come vedremo, il Dsm-5 ha reso meno restrittivi i criteri diagnostici per le tre categorie maggiori: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo di alimentazione incontrollata [...]
Massimo Cuzzolaro, Anoressie e bulimie, Bologna, il Mulino, 2014